La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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giovedì 29 gennaio 2015

Un'altra memoria /2

A proposito di olocausto degli Ebrei, di giornata della memoria e di sterminii nei campi di concentramento nazisti, è appena uscito un libro francese dal titolo 'La baracca dei preti'  (Guillaume Zeller  La Baraque des prêtres, Dachau, 1938-1945) che porta a conoscenza una storia tanto tragica quanto edificante di eroismo e di fede nel campo di sterminio nazista di Dachau (cittadina tedesca non lontana da Monaco di Baviera) dove tra il 1938 e il 1945, vi sono stati deportati 2.579 tra preti, seminaristi e monaci cattolici, insieme a 141 tra pastori protestanti e preti ortodossi, provenienti da tutta Europa: Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia e Italia, dei quali 1.034 sono morti nel campo. L'arresto e la deportazione per essersi opposti al regime nazionalsocialista in vario modo. Molti di loro sono morti contagiati dai malati di tifo che andavano a trovare, nelle baracche contaminate, per curarli, confortarli ed assistere in punto di morte. Storie di santità e di coraggio che vengono portate alla luce, per far onore alla verità, tutta intera.
Cinquantasei di loro sono stati già beatificati.

qui la prima parte
 
Clicca questo link per conoscerli http://www.santiebeati.it/




mercoledì 28 gennaio 2015

Caffè sospeso

martedì 27 gennaio 2015

Un'altra memoria


In questa nostra società, albergata dallo spettro delle ideologie, ho constatato, purtroppo, che non si riesce più ad essere onesti con se stessi, con la storia,  i popoli e le Nazioni, senza cadere nella trappola dei guardiani del politicamente corretto, sempre pronti a stigmatizzare chiunque abbia un pensiero non conforme, non in linea con la cultura dominante, cioè il così detto pensiero politicamente scorretto, ma tutto sommato, un'altra trappola, un'altra etichetta, diventata una sorta di stigma per tutti coloro che cercano e promuovono la verità dei fatti e degli avvenimenti. Non una qualità da ammirare, come sforzo onesto per onorare la verità, ma un'onta, un marchio, dal cui portatore bisogna stare lontani.
Le giornate, che la politica mondiale si è inventata per commemorare ora questo ora quell'altro avvenimento, sono la riprova del fatto che a dominare è il politicamente corretto, un senso di falsa pietà e compassione, una sorta di afflato epidermico mondiale, condizionato da un senso comune adulterato da una condizione infantilistica e riduttiva della coscienza umana, che conosce ormai solo l'espressione del sentimentalismo condiviso come modo di affermare la propria natura, esistenza ed il senso di appartenenza all'umana famiglia. Così tra una giornata mondiale ed un'altra si corre verso l'anonimato, verso la spersonalizzazione e la banalizzazione degli avvenimenti tragici che la cattiveria umana ha incollato, in modo indelebile, nelle pagine più nere della storia.
Ecco come e perché si diventa smemorati della memoria della storia!
La storia non è solo un grande contenitore del tempo dell'uomo, che inesorabilmente scorre senza chiedere il permesso, ma racchiude tutto e riempie tutto lo spazio esistente tra la vita e la morte. Il bene ed il male, i vizi e le virtù, l'amicizia e l'odio, la guerra e la pace, hanno il loro posto: ogni cosa nella storia ha il suo posto ed ogni posto è unico per ogni cosa. E' bene recuperare la vera memoria della storia e la verità ad essa correlata, con profonda onestà e suprema umiltà. Solo così non resteremo dominati dalla logica perversa dello scarto culturale e sociale a cui siamo costretti a piegarci per quieto vivere. E' di vitale importanza, per la sopravvivenza del genere umano, evitare di lasciarsi consumare da questo modo tanto disonesto quanto perverso di affacciarsi sulla scena del mondo, si verrebbe fagocitati in men che non si dica, tra un caffè ed una innocente chiacchierata al bar.
 Allora ricordiamo pure il terribile massacro dei nostri fratelli Ebrei, ma non dimentichiamo tutti i genocidi causati dalla malvagità umana, a partire da tutte le persecuzioni ed uccisioni dei cristiani dagli antichi Romani ai nostri giorni (si calcola che, solo nel ventesimo secolo, sono stati circa duecento milioni!)e poi le persecuzioni politiche in varie parti del Mondo ed in varie epoche, dal Nazionalsocialismo al Comunismo. Pensiamo ai lager nazisti ma non dimentichiamo che in essi sono stati uccisi anche tanti disabili, tanti cattolici, sacerdoti, santi, oppositori di Hitler, categorie di persone considerate inferiori, e non dimentichiamo altri luoghi di tortura e di prigionia, come i gulag, i laogai, luoghi istituiti dalla cattiveria umana per tutti gli oppositori del regime comunista. Non dimentichiamo gli eccidi ed i genocidi dell'Africa, del Medioriente, nei Balcani. Il triste e crudele elenco, purtroppo risulta ancora più lungo.
L'odio, l'idea di superiorità ed il desiderio di dominio, hanno fatto pagare un prezzo molto alto al genere umano. Hanno impregnato di rosso la trama e l'ordito della storia che continua sino ai giorni nostri ad emanare, pungente e persistente, l'odore acre del sangue. 
qui la seconda parte             

giovedì 22 gennaio 2015

Il giardino delle delizie


Hieronimus Bosch
Quanto sta accadendo ai giorni nostri nella società mi lascia esterrefatta. Ciascun singolo avvenimento sia esso di terrore o di ordinaria amministrazione, mi interroga e mi spinge a cercare per cogliere il senso delle cose, il vero senso delle cose. Mi sembra di vivere in un mondo in via di dissoluzione, capovolto, sottosopra. Non c'è struttura umana, politica, economica, religiosa e sociale che non risenta di un certo livello di barbarie, dove regnano l'ignoranza, la violenza ideologica, la dissoluzione della morale, la corruzione. Mi pare non esista un campo dell'umana convivenza che non presenti vasti lembi che non siano in avanzato stato di decomposizione ed il fetore dei suoi liquami venga scambiato per profumo inebriante. Un grande e fortemente aggressivo cancro sta avanzando in seno all'umana costruzione, devastandone le coscienze, il buon senso, l'intelligenza. Cosa sta accadendo? L'autodissoluzione avanza attraverso l'omosessualizzazione forzata, la droga, la pedofilia, l'eutanasia, l'eugenetica, l'aborto, l'animalismo, il mondialismo, la persecuzione e l'uccisione dei cristiani, il terrorismo islamico e cristianofobico, le ideologie contrarie alla legge morale naturale, e poi, vogliamo dimenticare, in questo velenoso minestrone, la crisi economica, le mafie, la disoccupazione, le mode più o meno discutibili, l'Unione Europea formato dittatura, le tasse elevate, la politica disorganizzata, i costi elevatissimi della spesa pubblica, dei favoritismi, dei privilegi e della corruzione, la denatalità? 
Questo cancro aggressivo si chiama peccato, allontanamento da Dio e tutto il male può essere ricondotto a questo. L'allontanamento parte da molto lontano, dall'esperienza storica dell'essere umano di poter fare a meno di Dio, di potersi autogestire ed emanciparsi dalla Provvidenza per non dover dire a Dio grazie per ogni cosa. Nell'orecchio della storia risuona il sibilo velenoso dell'antico tentatore, il Signore del Male: 'diventereste come Dio' (Gen 3:5). La tentazione antica è sempre moderna ed attuale e conserva immutato il medesimo scopo: l'allontanamento da Dio, verso il luogo della perdizione, una sorta di giardino delle delizie, dell'affanno sterile e controproducente, della cloaca del mondo perduto dove i miasmi continuano inesorabilmente a stordire i sensi e la coscienza dell'essere umano caduto in questa appiccicosa e mortifera trappola.          


 

mercoledì 21 gennaio 2015

I figli ed il Papa

Per dare vita all’uomo ci vuole la fede in Dio. Se oggi viviamo questa grande crisi cosiddetta demografica, crisi della famiglia, crisi della paternità, crisi della maternità, è proprio una conseguenza della mancanza della fede in Dio. Non si può migliorare questo problema se non con una profonda fede in Dio. Ci vuole una grande fede in Dio per dare la vita all’uomo.

 (San Giovanni Paolo II, Papa - 4 maggio 1986)
 
 
UNA SINCERA CONFESSIONE:
 
Non riesco, nonostante la mia buona volontà, ad abituarmi a questo Pontefice,  che definisco, fuori dagli schemi, soprattutto al suo linguaggio, a volte così rozzo, tremendamente fuorviante ed imbarazzante che si presta facilmente alla trappola della strumentalizzazioni e perfino a credere ad una contraddizione dei contenuti del Magistero, creduti veritieri per secoli. E' anche vero che tutti i Papi hanno dovuto subire strumentalizzazioni e letture forzate delle loro parole, ma è altrettanto evidente che con papa Francesco, che non disdegna di rilasciare interviste a destra e a manca, lasciando ai suoi interlocutori di riferire pubblicamente ciò che ritengono opportuno, il problema è molto amplificato. Inoltre, le parole da lui usate, mal si adattano a discorsi che richiedono una rigorosa precisione dottrinale. Esiste un problema? Sì, esiste un problema! Il problema tra ciò che il Santo Padre vuole comunicare e ciò che viene capito e credo che, allo stato attuale delle cose, esso debba essere affrontato con una certa urgenza e risolto. Questo stato delle cose non fa bene a noi cattolici, all'immagine del Sommo Pontefice e della Chiesa e soprattutto non fa bene al mondo che ci sta a guardare. Mi auguro che il Santo Padre sia saldo nella Dottrina bimillenaria della Chiesa, fondata da Cristo e perpetuata nei secoli attraverso la Tradizione e che le sue parole siano soltanto il frutto di un suo modo, abbastanza maldestro, di comunicare.  

 

martedì 20 gennaio 2015

La Conferenza di Wannsee e Voltaire

 
 

La conferenza di Wannsee fu il convegno in cui alti ufficiali e burocrati nazisti vennero messi al corrente della "Soluzione finale della questione ebraica" e vennero sollecitati a coordinarne l'attuazione. L'incontro si tenne a Berlino il 20 gennaio 1942 in una villa sulla riva del lago Wannsee. L'ordine per l'avvio della conferenza fu dato dal Reichsmarschall Hermann Göring su proposta di Hitler. Dopo varie discussioni venne presa la decisione di compiere una vera e propria pulizia etnica, uno sterminio totale della razza ebraica dall'Europa.
Nei piani di Heydrich e degli altri gerarchi nazisti, la "Soluzione finale" avrebbe coinvolto oltre 11 milioni di ebrei, ovvero la globalità della popolazione ebraica europea, compresa quella di Paesi alleati come l'Italia o amici come la Spagna. Chi ha ispirato Hitler? Vittorio Messori scrive 'Le origini dell'antisemitismo violento, sfociato nelle persecuzioni di Hitler, vanno ricercate nel pensiero illuminista e darwiniano. Consideriamo la virulenza antiebraica di Voltaire: non è un caso se nelle scuole della Francia di Vichy veniva imposta la lettura di un libretto in cui erano state raccolte tutte le citazioni antisemite del filosofo dei lumi'.
 Voltaire nel suo 'Dictionaire Philosophique' qualificherà come "mostri" immondi: neri, ebrei e in parte le donne. Sui neri: prima si sofferma sul loro aspetto "disumano", poi passa a sostenerne la minorità, quindi deduce debbano considerarsi bestie, e in quanto tali schiavi; infine, va oltre e afferma che forse i neri hanno avuto origine da "abominevoli incroci" tra donne e scimmie, dalle quali hanno ereditato la mostruosità, mentre dalle donne l'imbecillità, che reputa incapaci di intendere e di volere.
Il razzismo biologico fu riscoperto dagli illuministi e Voltaire ne fu il dottore. Lui il padre dell'antisemitismo, del razzismo, il teorico della misoginia e dello schiavismo.

Audrey Hepburn



Audrey Kathleen Ruston
(Bruxelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993)

venerdì 16 gennaio 2015

The Snowflake Man


"Under the microscope, I found that snowflakes were miracles of beauty; and it seemed a shame that this beauty should not be seen and appreciated by others. Every crystal was a masterpiece of design and no one design was ever repeated. When a snowflake melted, that design was forever lost. Just that much beauty was gone, without leaving any record behind." (Wilson Bentley 1925)

“Al microscopio, ho scoperto che i fiocchi di neve sono un miracolo di bellezza e mi sembrava un vero peccato che questa bellezza non potesse essere ammirata dagli altri. Ogni cristallo è un capolavoro unico e nessuna forma è mai ripetuta. Quando un fiocco di neve si scioglie, questa forma scompare per sempre. Così tanta bellezza spariva, senza lasciare nessuna traccia di essa”.

Wilson Bentley è considerato il primo fotografo ad aver fotografato i fiocchi di neve, peculiarità che gli valse il nome di 'l'uomo del fiocco di neve'. Nasce il 7 febbraio 1865 a Jericho nel Vermont da famiglia di contadini. La sua passione per i fiocchi di neve cominciò quando era ancora adolescente e, quando sua madre gli regalò un microscopio, finalmente potè esaminarli e studiarli da molto vicino. All'inizio, provò a disegnare i fiocchi di neve come li vedeva al microscopio, ma capì che non riusciva ad individuarne tutti i dettagli perchè questi si scioglievano troppo in fretta. Allora decise di fotografarli usando il suo microscopio ed una fotocamera a soffietto, sviluppando un metodo particolare, per riuscire così a catturare l’intricato ed unico disegno dei fiocchi di neve. La sua prima foto ad un fiocco di neve la ottenne il 15 gennaio del 1885.

 
Bentley scattò migliaia di foto dettagliate di fiocchi di neve, che amava definire 'piccoli miracoli di bellezza' e 'fiori di ghiaccio'. Per quasi cento anni le foto di Bentley rimasero le uniche e sole a mostrare la bellezza e la singolarità di ogni fiocco di neve. La tecnica utilizzata per fotografare i fiocchi è essenzialmente la stessa di quella usata ai giorni d'oggi. Le sue foto continuano a restare memorabili e belle con la sola limitazione dovuta alla qualità non proprio eccellente di queste, riconducibile esclusivamente alle attrezzature dell'epoca. La più ampia raccolta di fotografie di Bentley è custodita dal Gerico Historical Society nella sua città natale, Jericho, Vermont. Wilson Bentley morì di polmonite, il 23 dicembre 1931, che contrasse dopo aver vagato nella foresta, per sei ore sotto la tormenta, alla disperata ricerca della via di casa, dopo aver scattato fotografie di fiocchi di neve. snowflakebentley.com    

martedì 13 gennaio 2015

Je ne suis pas Charlie!

Chi è veramente Charlie Hebdo? Cosa c'entra la libertà di espressione, di stampa, il giornalismo con Charlie Hebdo? Un giornale che tutti definiscono satirico e che, in questi giorni dopo l'attentato, è diventato l'emblema della massima libertà di espressione. Il realtà è una rivista che si guadagna da vivere tramite una satira basata sul sacrilegio, la bestemmia, la volgarità e l’oscenità, con i quali vengono ingiuriate tutte le religioni, in modo particolare quella cristiana ed il nome stesso di Dio, rappresentato anche in scene pornografiche: è famosa la vignetta che riprende la Santissima Trinità finalizzata all'esaltazione della sodomia. E' una rivista che con cattiveria deride Gesù Cristo, la Vergine Maria, il Santo Padre ed i credenti. Cosa ha a che fare la satira con questo? Cosa hanno a che fare la satira e la libertà di espressione col dileggio, l'oscenità e la volgarità?
La violenza ideologica che caratterizza questa rivista altro non è che il segno della decomposizione della nostra società che passa attraverso il tentativo di distruggere le radici cristiane dell'Europa. I realizzatori di Charlie Hebdo conducono una battaglia culturale, in nome della libertà di espressione, senza esclusione di colpi. E' proprio di questi giorni l'assurda affermazione del legale della rivista per il quale 'Je suis Charlie' significa anche diritto di blasfemia. Questo è davvero sconcertante! Tutti coloro che hanno sfilato per le strade di Parigi lo hanno fatto per invocare questo tipo di libertà. Libertà per tutti coloro che offendono la religione e Dio; libertà di deridere milioni di credenti, che però non hanno la libertà ed il diritto di affermare le verità di fede, le proprie convinzioni ed il proprio stile di vita. I politici in prima fila, tutti gli 'Je suis Charlie', dai personaggi del cinema, della TV, a quelli dello sport........che ipocriti! Pronti a sfilare per la libertà di alcune categorie di persone; una libertà fortemente ideologizzata, politicamente corretta e tragicamente contro Dio.
 
Detto questo: condanno fermamente l'attacco vigliacco e stragista al settimanale Charlie Hebdo; condanno ogni tipo di violenza, il terrorismo, l'odio, le stragi, soprattutto se perpetrati in nome di Dio ma, ribadisco con forza ed in tutta libertà: Je ne suis pas Charlie! Je suis catholique!  
 

domenica 11 gennaio 2015

Là dove ha inizio la pace


La pace ha inizio nel grembo di una madre. La pace si irradia nel mondo dal grembo della Madre. E' la Vergine Maria a portare nel mondo la pace e a donarla al mondo. La sua divina maternità, che la Santa Chiesa Cattolica celebra il primo giorno di ogni nuovo anno, impreziosisce e dona significato ad ogni maternità umana, ad ogni donna che, nell'attesa gioiosa del suo bambino, accoglie l'invito del Signore a cooperare alla costruzione di un mondo nuovo fondato sulla giustizia e sulla pace. Madre Teresa di Calcutta nel suo prezioso discorso al ritiro del premio Nobel per la pace, disse che non ci sarà pace nel mondo fino a quando ci saranno madri che uccideranno i loro bambini nel grembo; perché se una madre è capace di uccidere il proprio bambino innocente ed indifeso, niente potrà essere di ostacolo all'omicidio, alla guerra, al terrorismo, alla violenza in nome di Dio, di una ideologia o per motivi politici e culturali. La Vergine Madre è il modello di ogni madre e di ogni donna che nel suo grembo, anche se sterile, culla la fecondità della fede ed il desiderio del dono di sé. Insieme a Maria ogni madre diventa cooperatrice di salvezza, baluardo contro ogni violenza, difesa della pace, della famiglia e della vita. Ogni madre, con Maria, diventa la torre dove si infrangono i flutti del terrore, dell'intolleranza e dell'odio. Ogni madre, con Maria, diventa garanzia, scudo, protezione contro gli assalti del male, alla vita e soprattutto alla vita nascente, perché il grembo di ogni madre è gravido di speranza, di gratitudine e di feconda carità, che il Signore stesso ha elargito con somma generosità a ciascuna.
Specchiandosi nella maternità di Maria, ogni donna e madre potrà trovare slancio, forza e coraggio nel compito assegnatole dal Signore, da portare avanti nella propria vita con gratitudine, abnegazione e magnanimità. Generare la vita, con Maria, diventa generare e donare al mondo Gesù Cristo e la sua pace. Non c'è pace senza Gesù, non c'è pace senza la sua presenza nel mondo; ce lo ricorda sempre il 'sì' di Maria a Dio, Signore della terra e del cielo, che la desiderò Madre del suo Figlio Unigenito e dell'intera umanità. 
 
Le parole di Gesù sono chiare e confortanti:
'Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi'. (Gv 14,1.27)  

giovedì 1 gennaio 2015

Un nuovo anno


Signore Gesù, 
il passato ormai è lontano,
il futuro non è nelle mie mani,
il presente è l'unico tempo che posso vivere.
Te lo offro, così come tu me lo hai donato,
lo pongo nelle Tue Mani,
sono sicura che Tu saprai trarne il meglio per me.